LE 4 "C" DEL DIAMANTE
I diamanti si valutano in base a 4 parametri principali (oltre a numerosi altri secondari): Colore, Purezza, Taglio e Caratura (“Color, Clarity, Carats, Cut”, le cd. “4C”).
Il colore (“COLOR”) viene determinato su una scala che parte dalla lettera “D” e termina con la lettera “Z”, dove il colore D rappresenta l’”Exceptional white” (totalmente privo di sfumature giallastre) e le lettere successive, fino alla Z, si riferiscono ad un livello di sfumatura e di saturazione nel giallo sempre maggiore (dovuta alla presenza di atomi di azoto nel reticolo cristallino). Oltre la lettera Z, il livello di saturazione nel giallo diviene sufficientemente intenso per mutare la classificazione del colore in “fancy”, il prezioso diamante giallo vero e proprio (che, poi, viene a sua volta valutato in base ad una crescente intensità della saturazione gialla).
La purezza, (“CLARITY”) intesa come assenza di inclusioni interne, viene classificata in una scala che parte dall’acronimo IF (“internally flawless”) o, nella scala americana “FL” (“flawless”), per spostarsi fino all’acronimo “I” (“Imperfect”), nella scala americana, o “P” (“Piquet”), nella scala europea. A tali gradi di purezza vengono, inoltre, attribuiti degli ulteriori sottogradi progressivi (1, 2 e, in alcuni casi, 3) in relazione al numero ed alla posizione delle inclusioni. Le inclusioni principali sono di origine cristallina: si tratta di altri minerali rimasti inglobati nella struttura cristallina del diamante durante la sua formazione. Possono assumere vari aspetti per forma, dimensione e colore e, conseguentemente, incidere in vario modo (o in nessun modo) sulla brillantezza del diamante.
La caratura (“CARATS”) costituisce l’unità di misura per il peso del diamante (e delle altre pietre preziose). Un carato corrisponde a 1/5 di grammo (1 ct = 0,2 gr).
Il taglio (“CUT”) si riferisce prevalentemente al rispetto delle proporzioni tra la tavola, la corona, la cintura e il padiglione del diamante. Il rispetto delle proporzioni di taglio del diamante, già stabilite nel 1919 da Marcel Tolkowsky nel suo libro “Diamond Design”, è finalizzato ad esaltarne la brillantezza (riflessi di luce bianca) e la dispersione (riflessi di lampi di luce monocromatica).